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Stanza Giano Lacinio Alchimista

Tabella IX°

 

Tre cose devono essere osservate nell’opera: primo prepara la materia; secondo continua l’opera, perché non sia sciupata dall’interruzione, terzo sii paziente, e segui passo per passo le intime tracce della natura. Prepara per primo l’acqua purificata della somma vita, e conservala. Non credere però che questo liquido, che tutto bagna, sia l’umore candido e limpido di Bacco. Rimani concentrato, poiché mentre vaghi negli spazi immensi dietro a tante cose ti perdi le onde che portano felicità. Entrando nel palazzo dove vi sono quindici
tappe sarai dove siede il re coronato con l’eccelso diadema, tenendo in mano lo scettro di tutto il mondo; davanti alla sua maestà sta il figlio, con cinque valletti vestiti con vesti variegate, ed essi pregano in ginocchio il re perché si degni di concedere il regno al figlio e ai servi. Nulla risponde il re alle loro preghiere. [Il Re simboleggia l’oro. Lo scettro rappresenta il dominio e il potere assoluto tutto ciò che esiste. Oro in latino significa “io prego”. Ro è anagramma del francese Or, “oro” e, in ebraico, “luce”. Il figlio rappresenta il mercurio e i cinque servitori i cinque metalli impuri (argento, rame, ferro, stagno e piombo). I sei metalli
impuri aspirano anch’essi alla perfezione dell’oro, dunque ad una parte del regno del Re].
Three rules must be carefully observed in our art: first prepare the right substance; then carry on the work continuously, so that it may not be marred by interruption; thirdly, be patient, and follow always in the footsteps of Nature. Get (as your substance) highly purified Water of Life, and keep it; but do not suppose that the liquid which moistens all things, is the bright and limpid liquid of Bacchus. For while you anxiously look about in out-of the way places for extraordinary events, you pass by the sparkling waves of the blessed stream. Enter the Palace in which are fifteen mansions, where the king, his brow circled with the diadem, sits on a lofty throne, holding in his hand the scepter of the whole world; before him, his son and five servants kneel in robes of different colors, imploring him to bestow upon his son and his servants a share of his power; but he does not even reply to their request.[The King symbolizes gold. The scepter represents the domain and the absolute power of all that exists. Gold in Latin means I pray. Ro is an anagram of the French Or, “gold” and in Hebrew, “light”. The child represents mercury and the five servants the five impure metals
(silver, copper, iron, tin and lead). The six impure metals also aspire to the perfection of gold, then a part of the reign of the King].
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Tabella VIII°

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Tabella VII°

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Tabella VI°

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Tabella V°

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Tabella IV°

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Tabella III°

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Tabella II°

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Tabella I°

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Preparazione dell’Elyxir vitae di Fra Donato d’Eremita

 

Preparazione dell’Elyxir vitae di Fra Donato d’Eremita

Probabilmente nel XII secolo, ad opera di un medicdella scuola di Salerno, dalla distillazione del vino era stata estratta “l’acqua ardens, acqua vita o quintessenza” (acqua che prende fuoco). Il distillato dovette suscitare molta impressione all’epoca, tanto da essere considerato la medicina perfetta, l’ELYXIR VITAE. Gli alchimisti pensarono di essere riusciti a separare due dei quattro elementi aristotelici: l’acqua e il fuoco. Questa sostanza che riscaldava i corpi infreddoliti, rinvigoriva gli anziani, aiutava la digestione, guariva le ferite infette e preservava i corpi dalla putrefazione, poteva essere considerata l’anello di congiunzione tra la vita terrena e i corpi celesti. La scoperta dell’acol etilico rivoluzionò le tecnologie del tempo poiché è un solvente che scioglie i composti organici come i grassi, le resine, gli oli essenziali e le sostanze aromatiche volatili e non
delle piante, tutti insolubili in acqua. Dal punto di vista alchimistico l’importanza fu enorme perché era creduto che l’influenza delle stelle si fosse concretizzata come quintessenza della pianta e questa a sua volta poteva essere estratta dalla quintessenza del vino. La preparazione e i poteri della quintessenza furono ripresi dal francescano Giovanni da Rupescissa (1310 circa –1365) che per le sue prediche profetiche fu a lungo incarcerato presso le case dell’Ordine. Nel suo testo “Considerazioni sulla quinta essenza di tutte le cose”, riporta che l’alcol distillato dal vino sottoposto ad un processo di ripetute distillazioni a ciclo continuo (riflusso) in un recipiente chiuso ermeticamente, diventa una sostanza incorruttibile come la materia celeste, “radice della vita”. La dottrina segreta della quintessenza viene dedicata “ai poveri uomini evangelici affinché possano servirsene per alleviare le malattie e i
disagi, in modo da preparare il mondo all’attesa del rinnovamento e curare i malati di peste”.

[Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. 1.2.149, 1625.]