GUIDA AI DOCUMENTI STANZA DI LUIGI LILIO
Dall’alba della civiltà al 1582 tutti i popoli hanno cercato invano di sincronizzare con esattezza le date del calendario con i cicli delle stagioni. La difficoltà di porre rimedio a tale esigenza era dovuta principalmente alla non esatta determinazione della durata dell’anno solare.
Luigi Lilio, medico e astronomo, ideatore del calendario gregoriano tuttora adoperato da tutta l’umanità, è riuscito in questa impresa correggendo il vecchio calendario giuliano. Tuttavia l’opera non è legata al suo nome, ma al Papa che la promulgò: il bolognese Ugo Boncompagni, al secolo Gregorio XIII, pontefice dal 1572 al 1585.
LILIO CHE PARLA

Lilio nacque, come vuole la tradizione, nel 1510 a Psycròn, oggi Cirò, un ricco feudo che faceva parte della Calabria Latina. Cirò, nel XVI secolo, fu signoria della potente famiglia dei Carafa della Spina che comprarono il feudo dalla famiglia Ruffo. I Carafa dominarono il paese dal 1496 fino al 1540, quando il feudo fu ipotecato a favore di Spinola Genonese. Nel 1543 Cirò passò agli Abenante e infine nel 1569 agli Spinelli i quali governarono il feudo fino all’abolizione.
Un documento del 1532 testimonia che all’età di 22 anni Lilio era a Napoli dove studiava medicina. Nella Città partenopea era al servizio dei Carafa, non essendo sufficienti le sostanze paterne per sostenersi agli studi. Appresa la notizia, il suo amico Casopero gli inviò una lettera nella quale gli consiglia di dedicarsi solo agli studi.
LETTERA DI CASOPERO

Conseguita la laurea in arti e medicina, Luigi Lilio si trasferisce a Roma dove, con l’esperienza scientifica maturata a Napoli, concepì e maturò la riforma del calendario. In mancanza di documenti certi non sappiamo nulla della vita di Lilio a Roma, al contrario, sulla base di un’inoppugnabile fonte documentaria, sappiamo che Lilio nel 1552 insegnava medicina all’università di Perugia.
Medico, dunque, ma anche edotto di matematica e di astronomia, come del resto era normale che avvenisse per l’istruzione universitaria dell’epoca. Tra le discipline che l’aspirante medico doveva studiare c’erano l’astronomia e l’astrologia per via degli influssi che gli astri potevano avere sulle malattie
Anche gli ultimi anni della vita di Luigi Lilio sono un mistero. Sappiamo soltanto che morì, in data imprecisata, prima dell’attuazione della riforma, lasciando al fratello Antonio la cura di divulgare il suo lavoro. In assenza di dati certi, molti studiosi concordano nel dire che la morte lo colse a Roma nel 1576, ma si può affermare che, con buone probabilità, la morte lo colse prima del 1574.
Papa Gregorio XIII subito dopo il suo insediamento si impegnò ad attuare i decreti varati dalle varie sezioni del Concilio di Trento. Egli, al fine di mantenere in tutte le nazioni cristiane l’armonia nella celebrazione della Pasqua e di tutte le feste mobili che ne discendono, aveva premura di riformare il vecchio calendario giuliano esclusivamente per il ripristino dell’accordo tra la data della Pasqua e i dettami del Concilio di Nicea. Nominò una Commissione costituita da astronomi, giuristi e teologi a cui affidò il mandato di valutare e approvare un progetto di riforma del calendario.
La proposta di riforma elaborata da Lilio arrivò alla Commissione insieme ad altre e venne giudicata la più efficiente ed anche la più facile da applicare. Però non fu lui a presentarla, poiché presumibilmente era già deceduto. Compare invece il nome del fratello Antonio, anche come membro della Commissione stessa, ed è l’unico laico che fu chiamato a farne parte.
Il 14 settembre del 1580 la Commissione presenta al papa il resoconto dei lavori dal titolo: “Ratio corrigendi fastos confirmata et nomine omnium, qui ad Calendarii correctionem delecti sunt, oblata Sanctissimo Domino nostro. Gregorio XIII”.