Lettera di Giano Teseo Casopero inviata a Luigi Lilio
il 23 gennaio 1532
Da: Jani Thesei Casoperi Psychronaei, Epistolarum Liber duo, Venetiis MDXXXV, Liber primis, c. 14.
Lilio nella città partenopea, non essendo sufficienti le risorse paterne per potere frequentare gli studi, trovò un impiego presso il conte Carafa che risiedeva a Napoli.
Giano Teseo Casopero con questa lettera lo esorta ad allontanarsi da quel palazzo e di dedicarsi esclusivamente allo studio e alla ricerca.
Ad Alvise, o Luigi Lilio, salute.
“Non approvo, o Luigi, che tu faccia e l’uomo di studi e l’uomo di corte. Infatti, l’animo occupato che si dedica a due attività diverse non porta a compimento nessuno delle due. Ma se tu costretto da qualche necessità insuperabile cominciasti di servire nell’Aula Baronale, perché le sostanze paterne non basterebbero a sostentarti per attendere unicamente alle lettere, bada che non ti assalga un pentimento tardivo di esserti recato negli angiporti della sfacciata ingordigia e fa in modo che tu ti sottragga dagli amplessi di costei; in breve giammai potrai ritrarre felicità da una corte, poiché da te deriva vantaggio ai cortigiani. Mentre tuttavia perdi i giorni costì, credi pure di avere sciupato ogni attimo prezioso del tuo tempo, in cui ti sarebbe stato possibile acquisire alcunché. Sarà tua cura dare esca agli uomini e scoprire sempre qualcosa di nuovo, in modo che, col favore di Mercurio, tu possa procurarti alquanto danaro e vendere a buon prezzo la tua competenza professionale, affinchè soddisfatto nei desideri senza l’aiuto di chicchessia, tu possa fare ciò che ridonda a tuo vantaggio e tua gloria notevolmente accresciuta, perché sei stato capace di sostenere nobilissime fatiche con nessuno o col minimo dispendio del tuo patrimonio famigliare. Conservati e porgi, da parte mia, un saluto a tutti i nostri compaesani (nostratibus omnibus) che dimorano in Napoli. Da Psicrò (Cirò) 28 gennaio 1532.
Francesco Vizza